Cosa sono le Start-up innovative a vocazione sociale? Definizione ed esempi
Per il riconoscimento dello status di Start-up innovative a vocazione sociale è richiesta la compilazione di una autocertificazione con cui l’impresa attesta le seguenti: – dichiara di operare in via esclusiva in uno o più settori sotto elencati (articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 155); – indica tale/i settore/i nell’apposito codice 034 della modulistica registro imprese; – dichiara di realizzare, operando in tale/i settori, una finalità d’interesse generale; – si impegna a dare evidenza dell’impatto sociale prodotto.
Sono definite come Start-up innovative a vocazione sociale, tutte quelle Start-up operanti nei seguenti settori: assistenza sociale; assistenza sanitaria; assistenza socio-sanitaria; educazione, istruzione e formazione; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; valorizzazione del patrimonio culturale; turismo sociale; formazione universitaria e post-universitaria; ricerca ed erogazione di servizi culturali; formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e formativo; servizi strumentali alle imprese sociali.
Agli operatori che investono in questa particolare tipologia di Start-up, le Start-up innovative a vocazione sociale, sono stati riconosciuti dei benefici maggiorati rispetto alle normali Start-up innovative.
E’ richiesta la redazione di un “Documento di descrizione di impatto sociale” con cadenza annuale, salvo nei casi di iscrizione alla sezione del registro da parte di nuove imprese: per quest’ultime infatti, l’impatto sociale dovrà essere dimostrato presentando l’apposito documento contestualmente alla conferma del possesso dei requisiti.
Sono esempi di Start-up innovative a vocazione sociale:
Altair, spin-off dell’Università di Bari;
la torinese IT Heritage;
la milanese StarRock;
la società cooperativa Mapping Hyperlocal Communities, spin-off dell’Università di Firenze.
SanaCore – l’officina di quartiere E’ un laboratorio di pratiche e di idee, incentrato sull’auto-costruzione, il riuso, il riciclo, dove la sostenibilità si concretizza nella possibilità di creare economia dai rifiuti, trasformando uno scarto in un prodotto di design. Lo spazio d’azione è il Parco San Gennaro, nel Rione Sanità, una delle poche aree verdi del centro storico di Napoli, inutilizzato per l’assenza di arredo urbano. L’obiettivo è “realizzare” gli arredi necessari, grazie a un workshop di auto-costruzione.
dal sito web www.unioneconsulenti.it
Kommentare